La vera bufera rivoluzionaria non obbedisce a nessun partito, a
nessun capo, a nessun potere. Al contrario, essi sono i suoi nemici
irreconciliabili. Verranno spazzati via man mano che questa si
approfondisce. Tra la rivoluzione sociale che sovvertirà ogni rapporto
basato sullo sfruttamento e il potere, e gli impostori, i capi, i
padroni, i partiti, i capitalisti, gli autoritari d'ogni pelo, non ci
può essere che lotta ad oltranza. Perché la libertà e la fine dello
sfruttamento presuppongono la distruzione di ogni potere e del
capitalismo.
Non è sorprendente che gli aspiranti al potere cerchino di
cavalcare l'ondata rivoluzionaria che si infrange attualmente sul paese
del Nilo; non è sorprendente che nuovi leader cerchino di imporsi
ingannando e mentendo, aiutati dai media e dai governi del posto che
parlano di «opposizione»; non è sorprendente che l'autentico slancio
rivoluzionario non sia traducibile da alcun programma di partito, da
nessun referendum, da nessuna bandiera e non venga riconosciuto da
nessun feudo di potere nel mondo. Certo, coloro che oggi si battono in
Egitto contro l'attuale potere non costituiscono un blocco omogeneo,
così come non aspirano tutti ad una vera e propria rivoluzione sociale.
Le lotte in corso sono attraversate da migliaia di contraddizioni: fra
oppositori che esigono un'assemblea costituente senza una preponderante
influenza islamista e quelli che non vedono salvezza nella democrazia
parlamentare, fra chi si batte per gli aumenti salariali e condizioni di
lavoro più accettabili e chi vuole cacciare tutti i padroni, fra quelli
che lottano ma senza mai mettere in discussione i pregiudizi, la morale
dominante, le tradizioni d'oppressione millenaria e quelle che lottano
allo stesso modo contro il potere statale e contro il peso soffocante
del patriarcato in una sola medesima battaglia, fra coloro che
brandiscono la bandiera nazionale e coloro che legano la propria lotta a
quella degli sfruttati d'ogni latitudine... Ma forse è proprio là che
si situa la forza della rivoluzione che è in corso in Egitto: al di là
di tutte le contraddizioni, essa è nata nelle viscere degli sfruttati e
degli oppressi. È qui che si sviluppa l'autentica lotta.
Ciò che accade in Egitto conoscerà echi ovunque ci siano al mondo
persone che lottano. Se per anni gli islamisti di ogni tendenza hanno
potuto presentarsi come combattenti sociali davanti a milioni di persone
sul pianeta, forse la loro maschera cadrà oggi in Egitto, come sta
cadendo in altri paesi (pensiamo al sud della Tunisia). La rivoluzione
sociale in Egitto sarà forse la tomba degli islamisti e della reazione
religiosa che si camuffa in una presunta emancipazione sociale.
Alla base della solidarietà rivoluzionaria internazionale si situa
il proprio riconoscimento nelle battaglie che si scatenano altrove.
Restare spettatori del sussulto insurrezionale in Egitto può contribuire
solo al suo isolamento e al suo soffocamento. Per sostenere e
rafforzare il vero slancio rivoluzionario laggiù, quello che vuole farla
finita con ogni sfruttamento ed ogni dominio, bisogna agire. Gettarsi
nella mischia armati dell'idea della libertà, quella vera.
Riteniamo quindi opportuno lanciare un appello per passare
all'attacco, per sostenere, laddove ci troviamo, con le nostre idee e
con i nostri mezzi, l'ondata rivoluzionaria in corso in Egitto. Se ad
Alessandria, al Cairo, a Malhalla... migliaia di persone si gettano
nella mischia perché aspirano a un mondo nuovo, facciamo in modo che
ogni rappresentante dello Stato e del capitale egiziano ovunque nel
mondo ritrovi il conflitto ricondotto alla propria porta. Che ogni
statista, capitalista e servitore dell'ordine del mondo intero senta sul
collo il soffio della rivoluzione sociale.
Tessiamo legami d'azione tra focolai insurrezionali dappertutto nel mondo!
Per la distruzione di ogni potere!
[11/1/2013 - tradotto da qui]
Translation of "Egypte. Comme la mer", Hors Service 32, 15 january 2013
By Finimondo