maandag 13 oktober 2014

Niente TV, niente telefono, niente radio, niente internet per chi vota


Il giorno prima delle elezioni europee e nazionali, 24 maggio 2014, il circo delle opinioni ed il bombardamento incessante di menzogne e promesse volge al suo fine. L’elettore è pronto a fare il proprio dovere da cittadinx. Si lamenta, non c’è dubbio. Si lamenta che i politici non hanno più idee, che sono tuttx uguali, che sono una grande e unica mafia. Ma va all’urna, sceglie il proprio padrone ed acconsente affinché tutto continui come prima. E così diventa complice dex politicx. E così diventa, pure lui, nemicx di coloro che rigettano tutto questo circo, che si rifiutano di continuare ad avere dei padroni o capi, destra o sinistra, corrotti o “onesti”. Diventa il nostro nemico, nemicx di coloro che si sono innamoratx della libertà.

Il giorno prima delle elezioni. Durante la notte a Wavre, un grande traliccio di trasmissione della TV e radio pubblica francese RTBF è dato alle fiamme. L’incendio provoca un black-out totale di molte stazioni radio e l’interruzione di qualche emittente TV digitale. Nella provincia di Brabant Wallonia e nel sud di Bruxelles è a terra l’intera rete mobile internet e della telefonia mobile della compagnia Base, poiché l’antenna funzionava anche come nodo tra decine o anche centinaia d’antenne per la telefonia mobile. Altrove, nel Brabant Fiammingo, è colpita un’altra antenna di trasmissione, questa volta della TV e radio pubblica fiamminga VRT, pure incendio. Sono interrotte alcune emittenti radio. Così, nella notte prima delle elezioni e nel giorno delle elezioni, centinaia di migliaia di persone sono state una volta tanto protette dal bombardamento di dati, dalla follia della comunicazione moderna che non è altro che alienazione, dal controllo delle menti che i potenti realizzano tramite il loro apparato di propaganda.
Nel giorno delle elezioni avremmo tuttx dovuto ascoltare la voce del padrone che ci arriva via internet, TV e radio. Avremmo dovuto parlare tutto il giorno dei risultati delle elezioni ma, forse, grazie a questi atti di sabotaggio, qualcunx ha parlato di qualcos’altro, chissà.

Il sabotaggio provoca una rottura, una crepa nella normalità. Qualcosa che non era previsto. Qualcosa di anomalo. Nulla di strano, allora, vedere l’amministratore di RTBF dichiarare che “se un media è attaccato, è male per tuttx. Io penso che qualcuno voleva mandare un segnale disgustoso.” Disgustoso? Per chi? Disgustoso è la parola che riserviamo piuttosto al circo elettorale, al mondo in cui viviamo, allo spettacolo con il quale il potere s’assicura il consenso dei suoi soggetti presentandolo come una “scelta”. Disgustosi sono i media che fanno il lavaggio del cervello, i giornalisti che trasmettono la voce del potere e legittimano tutte le atrocità commesse in nome del potere, dalla guerra fino all’intossicazione totale dell’ambiente ed agli omicidi commessi dagli sbirri. Disgustoso è ciò che stiamo vivendo in un tempo dove i mezzi di comunicazione sono onnipresenti, ma dove nessunx è più capace di comunicare, di dialogare, discutere, riflettere, poiché tuttx ripetono ciò che dicono le macchine e gli schermi.
Gli/le anarchicx sono nemici d’ogni autorità, sia di Stato, capitalista o patriarcale. Sanno che l’autorità non sono solo i politici, i capitalisti ed i dirigenti. Sono anche coloro che obbediscono, coloro che consentono di essere sfruttati, e coloro che eseguono gli ordini. Anche se non vogliamo mai mettere allo stesso livello coloro che esercitano e subiscono l’autorità, coloro che possiedono le industrie e coloro che sono sfruttatx nelle fabbriche, coloro che vestono l’uniforme e coloro che sono costrettx a rispettare i primi, non finiremo mai di dire che l’unico modo per emanciparsi è cominciare a lottare, è la rottura con la convivenza tra padroni e schiavi.

Probabilmente siamo in tantx a chiederci: come è che, dopo secoli di oppressione e sfruttamento, il sistema capitalista ed il potere dello Stato sembrano tuttora godere di tanta e buona salute? Perché non sono stati sradicati dalla faccia della Terra, gettati nelle fogne come ogni altra putredine? Ci sono stati molti tentativi, tentativi d’insurrezione e di rivoluzione sociale. Ma oggi dobbiamo ammettere il fatto che il dominio è riuscito a coinvolgere una vasta maggioranza dex sfruttatx stessx. Con il feticismo del consumo, il generale abbrutimento, la decentralizzazione e con ciò la diffusione del potere in tutte le sfere della vita umana, il capitale e lo Stato sembrano, per il momento, riuscire a bloccare ogni orizzonte che non sia la riproduzione dell’esistente. Questa riproduzione, la riproduzione sociale del dominio, è oggi probabilmente l’obiettivo principale da colpire con l’intervento rivoluzionario. Anche se di tanto in tanto possono scoppiare dei disordini e lo scontento si esprime nelle strade, anche se può esserci qualche reazione virulenta contro l’ennesimo crimine del potere, la questione è di mirare oltre, più in profondità, più fondamentalmente: si tratta di colpire quel che garantisce “il normale andamento delle cose”.

Tornando ai sabotaggi delle antenne di trasmissione RTBF e VRT, crediamo che forniscano alcune indicazioni importanti sui metodi di lotta da usare e sui possibili campi d’intervento. Se da un lato il mondo tecnologico istilla permanentemente, 24 ore su 24, rassegnazione ed accettazione del nostro “posto” nella società, che è quello della pecora che consuma, lavora ed obbedisce, questo mondo dipende anche da moltissime strutture materiali sparse attorno a noi, molto facili da attaccare. E nessuna forze militare o la sorveglianza più stretta potrebbero mai proteggerle davvero.

Provocare un cortocircuito nella vita quotidiana dell’abbrutimento e dello sfruttamento significa spaccare lo strato di cemento che ci sta schiacciando tuttx. Senza aspettare un momento magico dove “la gente” prenderà coscienza della propria situazione e scenderà nelle strade, perché aspettare fa solo il gioco del dominio, che giorno dopo giorno cresce e si consolida, sia a livello materiale (nuove galere, stazioni di polizia, industrie, reti di controllo) sia a livello mentale (lavaggio del cervello, cancellazione di ogni idea di vera rivolta, riduzione della vita a una merce).
Dalle crepe che i/le ribelli sapranno provocare può sorgere un altro orizzonte, un orizzonte di libertà e di rivoluzione sociale.

[Hors Service n° 45, estate 2014]